venerdì 24 ottobre 2014

[video] Fragomeni s'arrende alla legge del tempo: troppo più forte e più giovane il russo Chakhkiev






Nella superba scenografia dell’immensa Luzhniki Arena di Mosca, ricolma all’inverosimile, il vacante titolo europeo dei cruiser cerca il degno detentore con la sfida tra il nostro Giacobbe Fragomeni (32-4-2; 13 ko) e il 31enne Rachim Chakhkiev (19-1-0; 14 ko), idolo di casa oggi residente ad Amburgo.



Entra per primo, attraverso una lunga passerella e in tenuta tricolore, Giacobbe, apparentemente sereno. poi, in t-shirt bianca e calzoncini neri, accompagnato dall’applauso della folla, il barbuto Rachim "Machine" ChakhkievArbitra l’inglese Jan John Lewis. Fungono da giudici il francese Dolpierre, il bielorusso Kavalenia e l’olandese Verwis.



Il match inizia con Fragomeni che avanza a piccoli passi e la guardia alta, mentre il russo si muove sulle gambe e porta, senza affondare, diretti destri e sinistri, talvolta cambia guardia e dà l’impressione di "fare accademia", forse per mettere Fragomeni in stato d’inferiorità psicologica. In effetti, la differenza fisica è quasi stridente. Il padrone di casa sovrasta per altezza e struttura muscolare il nostro Giacobbe, il quale cerca, con commovente volontà, di accorciare la distanza.

Anche la seconda ripresa conferma le poco incoraggianti impressioni destate dalla prima, ma Giacobbe tiene il ring e si vede benissimo che getta sul ring tutto quanto ha, ma il sospetto che neppure un uomo dagli attributi d’acciaio, quale lui è, possa sconfiggere le leggi del tempo prende sempre maggiore consistenza col trascorrere dei minuti.

Al terzo round ancora prova ad andare avanti, a scombinare i piani di Chakhkiev, ma senza riuscire a cogliere risultati tangibili e a metà della ripresa il russo preme sull’acceleratore, arrivando a bersaglio con alcuno pesanti colpi al corpo e ad un minuto dal suono del gong fa centro con una combinazione di tre colpi al capo che fa cadere Fragomeni al tappeto, il quale attende il conteggio con lo sguardo che è quasi una sentenza. Triste ma coraggiosissimo, l’italiano si riprende, non vuole cedere e persino tenta di reagire, poi arriva il gong.

Nel quarto round, Rachim Chakhkiev decide che è il momento di chiudere e lo si capisce da come prende l’iniziativa e comincia ad affondare diretti e ganci ai quali il nostro eterno ragazzo può opporre ormai solo il proprio cuore. Infatti, in una fase alla corta distanza, il russo giunge a bersaglio con un montante sinistro doppiato con un gancio destro nelle zona parietale e Giacobbe cade sulla stuoia. L’arbitro lo conta, lo fissa negli occhi e decreta il ko.

Scende il sipario sulla carriera ad alto livello di Giacobbe Fragomeni e non si può fare altro che dirgli “grazie” . La sua è stata una storia meravigliosa, lunga una vita e finisce non come si sperava, ma purtroppo come si temeva. Nella lontana Mosca la natura ha vinto ancora e dice che a 45 anni o si è “marziani” miracolati o non è più tempo di combattere. Il nostro pugile ha dato non tanto, ma tantissimo alla boxe verde-bianco-rossa e le sue imprese sono ormai scritte nel libro della storia.

Fragomeni è caduto. Evviva Fragomeni, ed evviva anche a Chakhkiev, degnissimo campione d’Europa e pugile che può aspirare anche a traguardi più alti. Sei anni fa contro Clemente Russo combattè la finale olimpica di Pechino. 
Oggi, in contemporanea, mentre lui si cinge della cintura continentale dei professionisti dinanzi ad una gigantesca e pittoresca platea, il pugile di Marcianese s’accinge ad iniziare, nel palazzetto di viale Tiziano a Roma, il primo match delle Apb-Aiba. Strano il destino. Strano ed emblematico.

Nessun commento:

Posta un commento

Traduci la notizia in tutte le lingue