sabato 13 settembre 2014

Moncelli è il nuovo campione italiano dei pesi medi: il barese strappa il titolo a Matano


La faccia pulita, la spensieratezza dei vent'anni stampata nel sorriso, l'aria sorniona e un pò timida, e nessun tatuaggio sul corpo. E' questo l'identikit del nuovo campione italiano dei superwelter. Un profilo lontanissimo dagli stereotipi ai quali la boxe ci ha abituato. Lui lo sa, ne è consapevole. Per questo si fa chiamare "Faccia d'Angelo". Che all'occorrenza diventa faccia da schiaffi, come quando chiede il selfie ai big presenti nel parterre, da Silvio Branco a Pasquale Di Silvio.

Originario di Corato, cittadina dell'entroterra barese, il giovane Felice Moncelli ha strappato ieri sera il massimo allora nazionale all'imbattuto ferrarese Marcello Matano, che difendeva per la seconda volta la corona. Moncelli è arrivato all'appuntamento titolato con uno score bugiardo, sporcato già da tre sconfitte in carriera. L'ultima contro Diego Velardo, uno che nei prossimi giorni dovrebbe affrontare Di Luisa per la cintura dei supermedi. Sconfitte da non nascondere, ma da esibire. Come bandiere.

Suona il primo gong e sono subito botte da orbi. Il barese lascia la timidezza fuori dal quadrato e sale sul ring totalmente privo di complessi: il suo montante destro è un biglietto da visita che autorizza ogni eccentricità tra le sedici corde. "Faccia d'Angelo" comincia ad imporre la propria boxe, il campione accetta gli scambi ed il match si fa subito battaglia. A viso aperto. Nessuno dei due si tira indietro, ma il pugno più pesante di Moncelli lascia il segno nei primi due giri di boa. Anche nel terzo round l’impeto del boxeur pugliese la fa da protagonista, tuttavia il campione in carica, svegliatosi dal tepore iniziale, comincia a prendere le misure all'avversario. La quarta ripresa è infatti tutta appannaggio di Marcello Matano, che manda a vuoto lo sfidante anche nella ripresa successiva, affondando i colpi e schivano i ritorni. Una boxe finalmente pulita, di quelle generalmente destinate a cambiare i destini di un match. Ma non di questo. Moncelli, abituato a combattere sulla distanza delle sei riprese, da la sensazione di aver esaurito le energie. Nel sesto e nel settimo round è nuovamente un monologo del romagnolo. Attivo e continuato. L'ottava ripresa è quella nella quale Matano diligentemente getta le basi per la riconferma del titolo, sfoggiando belle combinazioni che danno qualità al suo pugilato ed ipotecano una quasi certa vittoria ai punti. 

Ma il ring è quel posto reso magico dagli uomini che non si danno mai per vinti. Quelli che non si lasciano andare. Monicelli ci crede, si apre uno spiraglio nella guardia di Matano, e libera un gancio sinistro che scuote il campione. Nei suoi occhi scuri, in un attimo, la speranza della vittoria impossibile si mischia al sogno di conquistarla per davvero. Matano cerca le corde in balia dei colpi del barese, che spara jab a ripetizione, senza fermarsi. Finchè l’angolo del romagnolo non getta la spugna in segno di resa. 

Il titolo italiano torna in Puglia dopo ventidue anni. L'ultimo pugile del tavoliere a conquistare la cintura nazionale di questa categoria era stato infatti "il Cobra" Michele Mastrodonato, atleta di San Severo, in provincia di Foggia. 
Pugile di grande talento che da dilettante aveva già vinto gli assoluti ed aveva partecipato alla storica olimpiade koreana di Seul'88, fermandosi ai quarti, e da professionista si era invece laureato per ben quattro volte campione italiano, l'ultima nell'agosto del 1992. 
Aveva anche tentato, senza troppa fortuna, la conquista del mondiale WBO, prima di appendere i guantoni al chiodo. Storie di due generazioni fa. Roba che all'epoca, questo ragazzino di Corato, che ieri ha regalato alla boxe una serata dal sapore antico, non era neppure nato.

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